Da anni le imprese riscontrano crescenti difficoltà nell’accesso al credito; questa situazione risulta negli ultimi mesi ulteriormente aggravata anche a causa dell’emergenza sanitaria Covid 19. Nel 2020 lo Stato e l’Europa hanno dato corso ad un’iniezione di liquidità senza precedenti con un offerta di finanziamenti, resi appetibili sia dalle garanzie del Medio credito Centrale (MCC) che dai tassi bassissimi e da subito apprezzati dalle imprese. In periodo di Covid le aziende che hanno richiesto finanziamenti si sono accorte che, anche con l’intervento favorevole dello Stato volto ad agevolare la concessione del credito, le banche sono state molto caute nel concedere prestiti. Infatti gli istituti di credito, pur garantiti dal MCC, hanno erogato i finanziamenti con le stesse cautele e controlli tipici di un’ordinaria istruttoria di concessione di credito.
NUOVE REGOLE SULLA DEFINIZIONE DI “DEFAULT”.
Le nuove regole imposte dall’EBA (Autorità Bancaria Europea) che entreranno in vigore nel 2021 porteranno ad una ulteriore stretta creditizia per le imprese, soprattutto per le più piccole. Infatti l’UE ha rivisto la classificazione dello stato d’insolvenza delle , abbassando le soglie per la qualifica di cattivi pagatori.
Che cosa prevedono le nuove norme bancarie per entrare in “Default”?
EFFETTI DELLE NUOVE REGOLE.
Dalla nuova stretta creditizia in vigore dal 2021 si capisce come un’imprudenza o la mancanza di un’attenta pianificazione finanziaria, anche relativamente ad un solo finanziamento, può portare ad un effetto boomerang su tutte le linee, estendendosi anche ad eventuali società collegate. Tutto ciò avrà ripercussioni negative sulla valutazione del merito creditizio, con la conseguente difficoltà a reperire mezzi di finanziamento sul mercato. Considerando l’effetto combinato della fusione tra istituti di credito in gruppi bancari sempre più grandi e meno numerosi e dell’estensione del defaul a tutte le esposizioni dello stesso gruppo bancario, è facile intuire che per l’impresa non virtuosa sarà sempre più difficile, se non impossibile, accedere al credito in futuro. Anche se l’UE dovesse posticipare l’applicazione di queste nuove regole, per non incidere ulteriormente sulla grave situazione economica derivante dalla pandemia, la strada è ormai segnata e le imprese devono cominciare ad essere più attente alla loro gestione finanziaria, anche per evitare gli effetti negativi di un aumento dei crediti deteriorati in bilancio.
La Banca Centrale Europea ha impartito alle banche istruzioni molto chiare: svalutare in 3 anni i crediti a rischio non garantiti e in 7-9 anni quelli assistiti da garanzie reali. Questo porterà obbligatoriamente gli istituti di credito ad essere molto cauti nell’erogare prestiti alle imprese, per evitare essi stessi di conseguire perdite, ed obbligherà nel tempo le imprese ad essere più attente e virtuose nella loro pianificazione e gestione, al fine di aumentare la possibilità di essere finanziate e di ottenere condizioni bancarie ottimali. La realizzazione di una stretta creditizia in Europa era prevista sin dal 2018, ma l’effetto Covid ha portato ad una forte accelerazione in tale direzione, obbligando il tessuto economico a cambiare il modo di fare business e di rapportarsi con gli istituti di credito per restare vitali sul mercato
Articolo di Andrea Ferrero 08.01.2021
Studio Ferrero Collodel | Via Trento 55, 13900 Biella (BI) | Tel. 015 405646 | Email: studio@fercol.eu | P:IVA 02162000016